Richieste sessuali particolari, stranezze e bizzarrìe tra le lenzuola… vediamo quali sono le perversioni sessuali più diffuse.
Esibizionismo: esposizione dei propri genitali ad un estraneo che non se l’aspetta.
Frotteurismo: toccare e strofinarsi contro una persona non consenziente.
Masochismo Sessuale: atto (reale, non simulato) di essere umiliati, picchiati, legati o fatti soffrire in qualche altro modo.
Feticismo da Travestitismo: travestimento di un maschio eterosessuale.
Voyeurismo: atto di osservare un soggetto che non se lo aspetta mentre è nudo, si spoglia, o è impegnato in attività sessuali.
Acusticofilia: eccitazione sessuale che deriva dall’ascolto di determinati suoni come mugolii, gemiti, sospiri oppure canzoni, frasi specifiche o ancora una certa lingua.
Altocalcifilia: il feticismo di chi trae piacere dall’osservare o indossare scarpe dai tacchi alti.
Sitofilia: è il desiderio sessuale scaturito dall’unione del cibo al sesso.
Botulinonia: è quando salami, salsicce e wurstel vengono usati come dildo.
Agorafilia: attrazione verso l’atto sessuale consumato in spazi aperti
Agalmatofilia: attrazione sessuale verso statue, bambole, manichini e altri oggetti simili. Tu mi fai girar come fossi una bambola…
Anisonogamia: attrazione sessuale verso partner con grande differenza d’età, molto più anziani o molto più giovani.
Acrofilia: eccitazione sessuale in situazioni in cui ci si trova a grandi altezze. Dai rapporti sessuali in aereo a quelli su strapiombi o grattacieli.
Amartofilia: eccitazione sessuale che deriva dalla convinzione che le azioni che si stanno compiendo o i propri pensieri siano fonte di peccato e di perdizione.
Tripsolagnia: piacere che deriva da un semplice massaggio alla testa anche durante uno shampoo.
Va ricordato che ogni perversione sessuale deve durare per almeno sei mesi e devono essere presenti fantasie, impulsi sessuali, o comportamenti ricorrenti, e intensamente eccitanti sessualmente che comportino determinate azioni
La linea tra normalità e patologia nella sessualità è sempre legata ad aspetti quali la non esclusività, la non compulsione del comportamento e soprattutto al consenso reale dei partner sessuali. Si parla infatti di “normalità” delle condotte sessuali quando i soggetti sono consenzienti e il comportamento sessuale non rappresenta una condotta esclusiva svolta come una compulsione, ovvero non interferisce con lo svolgimento delle attività lavorativa e/o sociale.
Fonte: https://bit.ly/2IPv18c